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LADY BLACKBIRD - "Black Acid Soul" al Teatro FOrMA di Bari - Recensione

LADY BLACKBIRD - "Black Acid Soul" al Teatro FOrMA di Bari - Recensione

Il concerto di Lady BlackBird è stato un evento di valore assoluto, non si possono utilizzare mezzi termini per descrivere uno spettacolo in cui tutto è stato perfetto e dove Marley Munroe AKA Lady Blackbird, dalla Città degli Angeli, ha completamente affascinato il pubblico con una presenza scenica straordinaria e con una voce che non puoi fare a meno di accostare alle grandi donne che l’hanno ispirata a partire da Nina Simone dal cui brano nasce il suo nome d’arte.

La sua età è un mistero, di certo sappiamo che per arrivare all’attuale successo, LBB ha fatto una gavetta lunghissima: serate di cover nei locali, vocalist in gruppi blues, perfino slam poetry, sperimentando stili e generi diversi.

L’incontro e la sintonia immediata con Chris Seefried (nella band come chitarrista), produttore e musicista americano, è la sliding door che ne segna la carriera, i due decidono di provare a chiudersi in studio, arrangiando e scrivendo musica in una chiave che più volte hanno chiamato Black Acid Soul, da cui poi il titolo all’album contenente tre brani inediti e otto canzoni già esistenti, ma non semplici cover.

Black Acid Soul è anche il titolo del tour e definisce la traiettoria del live, che dopo un intro della Band, composta dallo stesso Chris Seefried (guitar), Kenneth Crouch (piano), Jonny Flaugher (bass), Jimmy Paxson (drums), inizia con un classico gospel, Walk with me, di cui Moby ne ha registrato una versione nel 2009 e una quest’anno con il featuring della stessa Lady Black Bird.

L’atmosfera è quasi drammatica quando inizia Blackbird, brano in cui Nina Simone parla delle difficoltà di essere una donna nera nell’America degli anni ‘60; nell’interpretazione senti la passione e le influenze gospel, una voce nera e acida, vissuta come una black panther tanto che questa nuova versione pare sia diventata un inno del movimento Black Lives Matter.

Lo show prosegue con le song Collage, It’s not that easy e Five feet Tall, canzoni di un sentimentalismo a volte struggente, eseguite con dinamiche vocali che amplificano le emozioni, ogni di esse è una conferma di essere in presenza di un grande talento che ci mostra un nuovo approccio al tipico idioma vocale jazz.

La band non è in secondo piano, ma è coprotagonista sulla scena, Kenneth Crouch sul pianoforte a coda trascina il pubblico sui suoi percorsi sonori, concedendo citazioni di classici come Round Midnight.

Sulle note di Fix It, l’atmosfera del Teatro Forma diventa magica, il tempo sospeso, il pubblico è completamente rapito dalle note vocali che si fondono in una ballad costruita sul brano strumentale Peace Piece del leggendario pianista Bill Evans.

Lo show prosegue prosegue con brani strumentali, assoli di chitarra elettrica poderosi, Drum and Bass, aumentando di ritmo e virando verso stili jazz fusion, fino ad arrivare ad versione simil rock di Come Together dei Beatles.

Dopo questa impennata di ritmo il concerto volge al termine con Woman e la hit forse più conosciuta I Feel it comin’ per chiudersi poi con un’altra bellissima ballad It'll Never Happen Again.

Il prolungato intenso applauso anticipa il rientro della formazione per il bis, I am what i am, nota per le interpretazioni di Shirley Bassey e Gloria Gaynor.

Il concerto di Lady Black Bird è stato un'esperienza indimenticabile. La sua voce eccezionale, il suo carisma e il supporto di una band di veri talenti hanno creato una performance memorabile e coinvolgente, nella magia di un ambiente intimo e accogliente che ha permesso al pubblico di sentire l'energia e l'emozione della musica in modo ancora più profondo.

Ascoltandola e guardandola sul palco non possiamo fare a meno di pensare alla grinta e allo stile di Tina Turner, alla voce di Billie Holiday, oltre alla già menzionata Nina Simone, ma alla fine la sintesi è quella di una nuova incredibile voce, un nuova stella che brillerà nel cielo della black music.

A.O.

07/03/2023 07:00
lovelive

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