il Tacco di Bacco

Mixed by Erry di Sidney Sibilia, la recensione

Mixed by Erry di Sidney Sibilia, la recensione
di Angela Maria Centrone Esce nelle sale, proprio nei giorni in cui salta l’accordo tra SIAE e Meta, il lungometraggio “Mixed by Erry”, un gioiellino firmato da Sidney Sibilia che in qualche modo affronta il tema del diritto d'autore. Il regista salernitano, dopo la trilogia “Smetto quando voglio”, ispirata al soggetto di Breaking Bad ma movimentata quanto gli Ocean's di Soderbergh e condita in salsa italiana, torna per raccontare una storia vera e (forse) poco conosciuta. Così com’è stato per “L’isola delle rose” con Elio Germano, potrebbe sembrare allo spettatore una storia surreale, una vicenda che fa esclamare “ma davvero?”, una fiaba moderna ambientata a Forcella, ma i fatti che hanno visto protagonisti i fratelli Frattasio a cavallo tra gli anni ’80 e ’90 sono assolutamente veri. Enrico “ERRY” Frattasio sogna di fare il DJ e come il Rob Fleming di High Fidelity si diletta a registrare compilation per tutto il quartiere, finché non deciderà di farlo diventare un lavoro, creando, assieme ai suoi due fratelli Peppe e Angelo, la più remunerativa etichetta pirata probabilmente mai esistita. Ancor prima che esistesse il concetto di algoritmo, Erry decide di inserire in coda agli album copiati una selezione di brani da lui scelti, allo scopo di vendere di più: “Se ascolti i Duran Duran è certo che ti piaceranno anche gli Spandau Ballet”. Ma non solo, quella di Frattasio è percepita quasi come una missione, quella cioè di far circolare quanta più musica possibile, laddove difficilmente può arrivare: nei quartieri poveri, nei paesi isolati. Ci si pone, in un certo senso, il dilemma tra riconoscimento della proprietà intellettuale e abolizione dell'ascolto elitario (considerando che all’epoca l’accesso a diversi generi musicali non era semplice come oggi). E quel che risulta alla fine, come da tradizione, è che le storie di pirati hanno sempre un particolare ascendente, perché sono eroi sgangherati e anarchici romantici che vivono secondo un codice tutto loro, senza l'ipocrisia del disprezzo del denaro. Questo, a dispetto delle loro azioni, li rende ai nostri occhi, in fondo, più onesti di certe istituzioni. Ottime tutte le interpretazioni, la caratterizzazione dei personaggi, la narrazione del contesto dell’epoca e in generale il ritmo della pellicola, che si conclude con il puntualissimo tema principale di Liberato. Ci ritroverete il cinema di Troisi e il teatro di De Filippo, senza provare fastidio e quella sensazione del “già visto”, Sibilia infatti dosa con intelligenza e maestria le citazioni, dando vita ad un film peculiare. Da vedere assolutamente!

20/03/2023 20:00
Angela Maria Centrone

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