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Immergere i "piedi in acqua" come presa di coscienza. Intervista a Carmelo Pipitone

Immergere i "piedi in acqua" come presa di coscienza. Intervista a Carmelo Pipitone

di Angela Maria Centrone

Carmelo Pipitone è uno dei migliori chitarristi italiani di sempre. Divenuto famoso nei primi anni 2000 con la band Marta sui Tubi, nata dal sodalizio con il conterraneo Giovanni Gulino, Pipitone nella sua carriera ha collaborato con innumerevoli musicisti, ad oggi è al suo terzo album da solista "Piedi in acqua" ed è impegnato nell'omonimo tour che è partito lo scorso gennaio da Bologna.

In attesa di una delle sue tappe pugliesi, in programma lunedì 8 aprile a Ceglie Messapica negli spazi di Retroscena, l'abbiamo intervistato per farci raccontare la genesi del nuovo disco e qualche aneddoto.

• Come si vive da solisti, rispetto ad avere un costante scambio, come quando si fa parte di un gruppo?

C. Quando ho iniziato a fare i primi concerti da solista ero davvero solo. Prendevo treni, bus, aerei e talvolta carretti (ahahah!). Volevo vedere se ce l'avrei fatta, se avrei ritrovato la vera voglia di suonare senza essere aiutato da nessuno. Un grande aiuto in realtà c'era e c'è sempre stato, la mia agenzia di booking (la fabbrica etichetta indipendente!) che a distanza coadiuvava il tutto ma si, all' inizio mi mancavano i compagni musici, la puzza di furgone, le chiacchiere. Adesso ho la fortuna di avere in squadra Gianmaria Spina, che si occupa dei suoni e Massimiliano Codeluppi, un amico musicista che mi accompagna sul palco arrangiando le canzoni del mio nuovo disco 🤟

• ⁠Il siciliano in questo disco è molto presente, direi fondamentale nel comunicare una certa concretezza ruvida, è perché man mano che si cresce si bada all'essenza delle cose?

C. È dal 2001 che vivo a Bologna, a parte una piccola parentesi milanese durata un paio d'anni, ma non mi sono mai sentito bolognese. Dentro di me c'è qualcosa che non ha mai chiuso col passato, con le radici. È inevitabile che ad un certo punto si voglia giocare col proprio l'istinto, se di mestiere si fa il musicista e il mio istinto mi dice che sono siciliano e che mi sento a mio agio quando mi esprimo nella mia lingua.

• ⁠I tuoi live, sin dai tempi dei Marta sui Tubi sono caratterizzati da una rara intensità e un forte coinvolgimento emotivo del pubblico. Ci racconti un episodio, un ricordo speciale legato ad un concerto?  

C. Quando salgo sul palco cerco sempre di dare il meglio. Non c'è spazio per distrazioni anche se c'è sempre un momento in cui mi lascio andare e inizio a guardare in faccia le persone per vedere se stanno seguendo lo spettacolo. Qualche tempo fa mi sono accorto che durante l'esecuzione di una canzone (Gabrie') una signora stava piangendo. A fine concerto mi sono avvicinato a lei e le ho chiesto cosa le fosse successo. Mi disse che quella canzone, anche se cantata in siciliano(lei credo fosse trentina) era "emotivamente inaffrontabile". Non aveva capito ovviamente tutte le parole ma ne aveva colto il senso e questa cosa l'aveva fatta commuovere. Aggiunse anche che il concerto per lei era stato strano, forse un po' troppo per i suoi gusti ma quella canzone, si quella canzone l'aveva toccata. Restammo a parlare per tutta la sera. 

• ⁠Avere i "piedi in acqua" è un invito al coraggio, al prender parte all'esistenza o alla calma, a lasciare che gli avvenimenti scorrano intorno a noi?

C. Piedi in acqua è una mia personalissima presa di coscienza sulla vita, sul senso della mia esistenza. Per ora so che sotto di me c'è il buio e questa sospensione è una foto. Quindi si, è un invito a stare calmi ma non troppo! Un giorno saprò con certezza quanto è profonda  questa pozzanghera e magari a quel punto ci faremo tutti una grassa risata.

WEB: https://iltaccodibacco.it/puglia/eventi/270745.html

28/03/2024 00:00
Angela Maria Centrone

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