di Angela Maria Centrone
Nella Giornata Mondiale del Teatro, lo scorso 27 marzo, il Teatro Comunale di Ceglie Messapica ha visto l'esordio regionale di "Maledetta Primavera", il nuovo spettacolo di Daria Paoletta, diretto da Enrico Messina, che propone una rivisitazione del mito del ratto di Proserpina in chiave di monologo.
Sul palco, una vivace miscela di universalità e contemporaneità, arricchita da momenti d'ironia e tocchi autobiografici dell'autrice/attrice Daria Paoletta, interprete d'indiscutibile talento, che ha saputo mantenere alta l'attenzione del pubblico per più di un'ora, guidandolo attraverso intricate liaison divine, storie di leggendarie metamorfosi e ricordi personali d'infanzia.
Nonostante la narrazione satirica dei numerosi riferimenti mitologici, questa riscrittura del rapimento di Proserpina, dramma reso immortale da Gian Lorenzo Bernini nella celebre scultura, rimane uno spunto poco chiaro nella possibile interpretazione attuale.
Tuttavia, al termine dello spettacolo, la suggestione funziona e genera una serie di riflessioni: che fonte inesauribile d'ispirazione siano i miti classici, ma anche quanto siano intrisi di cultura patriarcale e quanto questa sia radicata nella nostra formazione ancora oggi.
Poi, con un volo pindarico, ma neanche troppo, la mente giunge alla vicenda di Franca Viola, la prima donna italiana che si oppose - di fatto dopo essere stata rapita e stuprata - al matrimonio riparatore, dunque alla legge divina. Se vogliamo, la stessa che nel mito classico condannò Proserpina a restare negli Inferi, poiché aveva mangiato qualche chicco di melagrana.
Probabilmente, la distonia nel testo, come la stessa Paoletta aggiunge sul finale, è che non conosciamo la versione della giovane, ma analizziamo solo la rabbia della madre. Ecco la primavera maledetta e normalmente si maledice ciò che è perduto, che non si può cambiare. E forse ciò che aspettavamo era una sfida alla rassegnazione e un invito alla trasformazione. Perché sì "ognuno è artefice del proprio destino", ma l'agire del singolo può determinare le sorti di una comunità.
29/03/2024 00:00
Angela Maria Centrone
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