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Digital divide in Italia: a che punto siamo?

Digital divide in Italia: a che punto siamo?

La capacità degli utenti di potersi connettere a Internet grazie a strumenti tecnologici avanzati non è sicuramente la stessa considerando i tanti Paesi nel mondo. Gli USA hanno sempre avuto una marcia in più nell'implementazione di infrastrutture moderne e nell'accesso alle nuove frequenze, siano esse per il 5G o per la fibra ottica. Il digital divide nel 2024 è ancora così rilevante o l'Italia sta avvicinandosi costantemente alle nazioni più moderne?

Il digital divide in Italia

Il divario digitale, o digital divide, identifica la disparità tra coloro che hanno accesso e competenze per utilizzare le tecnologie digitali e coloro che invece ne sono esclusi. Tale fenomeno nel corso del tempo è stato rilevante in Italia poiché ha influito negativamente sugli aspetti quotidiani, come il lavoro e l'intrattenimento. Oggi, Internet viene utilizzato per qualsiasi attività, dagli acquisti online al lavoro remoto, e per trovare una lista di offerte aggiornate che rispondano alle esigenze digitali degli utenti.

La mancanza dell'accesso alle tecnologie più avanzate incrementa le disuguaglianze sociali ed economiche, rendendo di fatto questo argomento sempre più dibattuto dalla politica. Con la pandemia di Covid-19 e la necessità di essere sempre connessi a Internet per lavorare o intrattenersi, il digital divide si è mostrato in tutta la sua forza, evidenziando le criticità dell'Italia e inducendo chi di dovere a intervenire in tempi celeri.

Secondo un rapporto dell'ISTAT, circa il 25% delle famiglie in Italia non ha ancora accesso a Internet a banda larga, mostrando le criticità di infrastrutture e impianti, soprattutto con il Sud Italia dove i sistemi per la connettività sono ancora in fase di realizzazione o non sono proprio previsti.

Oltre questo rapporto, anche uno studio della Commissione Europea ha rilevato che il Paese è sotto la media europea per competenze digitali, con una percentuale del 42% dei cittadini capace di usare al meglio il proprio dispositivo.

Le cause del digital divide

Il divario tra l'Italia e gli altri Paesi, sebbene si stia riducendo negli ultimi mesi, è dovuto a diverse problematiche. Una delle condizioni più rilevanti è da identificare nelle infrastrutture e l'accesso alla rete; infatti, mancano impianti adeguati e la banda larga o ultra-larga sono ancora in realizzazione o mancano del tutto nelle aree rurali. Tale problema è evidente soprattutto nel Sud Italia, dove tante famiglie non hanno un accesso a Internet e devono affidarsi a soluzioni alternative come le connessioni satellitari o FWA. Fortunatamente lo sviluppo delle reti 5G da parte dei grandi provider telefonici, sta inducendo le aziende ad espandere la fibra ottica e, in un futuro non troppo lontano, si potrebbero colmare queste lacune.

Un'altra criticità, oltre le infrastrutture, è la mancanza di competenze digitali da parte della popolazione stessa. Tale aspetto limita le capacità di accedere a servizi e opportunità online, rallentando lo sviluppo del Paese. Soluzioni come il satellitare e l'FWA potrebbero contribuire a velocizzare le connessioni in casa e ufficio, ma la gran parte dei cittadini non conosce nemmeno tali tecnologie.

Fattore da non trascurare, che influisce sul digital divide, è la disuguaglianza socio-economica. Non tutte le famiglie possono permettersi di sottoscrivere un servizio o di acquistare tecnologie avanzate, bloccando il progresso e la diffusione delle stesse. Sussidi e aiuti da parte dello Stato potrebbero velocizzare la diffusione delle tecnologie, riducendo il divario digitale tra le diverse città.

Il digital divide nel Sud Italia

Se il divario tecnologico tra l'Italia e gli altri Paesi del mondo, come USA e Germania, è significativo, non bisogna dimenticare che nello stesso Paese vi sono differenze sostanziali. Infatti, regioni come Lombardia e Piemonte dispongono di infrastrutture nettamente migliori per la gestione delle connettività a Internet rispetto a Basilicata e Puglia che al momento rappresentano il fanalino di coda.

Purtroppo, in queste regioni una parte della popolazione non ha neppure accesso a una rete internet veloce, limitando le velocità e affidando la connettività alle vecchie ADSL. Tale condizione limita lo sviluppo sociale ed economico, rendendo difficile anche ai paesini più interessanti di evolvere la propria economia digitale. Una connessione a Internet lenta non consente di usufruire di contenuti multimediali o di lavorare serenamente con più dispositivi contemporaneamente, costringendo gli utenti a soluzioni alternative, molto più costose, come le connessioni satellitari.

Fortunatamente sia in Puglia che in Basilicata ci sono diverse iniziative locali per ridurre il digital divide; progetti come Puglia digitale e Basilicata smart consentono di migliorare le infrastrutture e di beneficiare di offerte digitali sufficienti. Nello specifico, l'iniziativa Puglia Digitale si pone come obiettivo quello di creare più di 200 punti di accesso Wi-Fi pubblico e gratuiti, mentre il progetto Basilicata Smart offre la possibilità a disoccupati e studenti di seguire corsi formativi gratuiti per imparare nuove competenze IT.

Purtroppo, studenti e lavoratori che non hanno la possibilità di accedere a una rete internet veloce o a servizi usualmente dedicati a chi possiede una rete stabile, riscontrano notevoli limitazioni. Ciò si traduce in un disagio sociale rilevante che induce giovani e meno giovani a trasferirsi in città tecnologicamente più moderne. Puglia e Basilicata devono fare i conti anche con una condizione morfologica particolare del territorio, che non invoglia i grandi provider a investire in nuove infrastrutture.

Soluzioni e prospettive future

La richiesta crescente, da parte dei cittadini di nuove infrastrutture e di tecnologie che possano consentire un'uguaglianza con gli altri Paesi, sta inducendo lo Stato a diversi interventi governativi e a progetti volte alle politiche pubbliche. Il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) nei prossimi anni prevede investimenti importanti per migliorare l'accesso digitale e soprattutto la formazione sulle competenze IT. Lo stesso PNRR include obiettivi minimi per incrementare la copertura della banda larga in tutte le regioni, al fine di invogliare i cittadini a investire nella propria città. Nello specifico, è previsto un obiettivo minimo del 70% sulle competenze digitali da parte della popolazione entro il 2026.

Lo Stato ha, quindi, tutte le intenzioni di ridurre il digital divide, ma un ruolo cruciale lo avranno soprattutto le aziende private. Una collaborazione con le grandi aziende di telefonia permetterà di velocizzare lo sviluppo delle infrastrutture e garantire nuove tecnologie. Ad esempio, le più importanti aziende di telecomunicazioni stanno collaborando con gli Enti governativi per implementare la banda larga nelle aree rurali, servendosi di soluzioni come FWA e satellitare. Anche colossi come Microsoft e Google stanno investendo in corsi di formazione per migliorare la connettività nelle regioni meno sviluppate, rendendo di fatto le prospettive future meno negative.

Se fino a pochi anni fa il digital divide dell'Italia era particolarmente rilevante rispetto ad altri Paesi, come USA e Germania, dopo l'incedere della pandemia e delle necessità annesse, il Paese sta migliorando progressivamente, implementando nuove infrastrutture e ponendosi degli obiettivi minimi da raggiungerli in tempi brevi. Purtroppo, l'Italia non è ancora vicina al 5G stand alone oppure all'utilizzo di tecnologie avanzate come negli USA, ma negli ultimi mesi sta compiendo passi da gigante per colmare il divario.

31/07/2024 00:00
Redazione - il Tacco di Bacco

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