Gnut allo Spazioporto di Taranto per Cinzella d'Inverno 2025 | Un concerto sincero

di Angela Maria Centrone

Ieri sera, durante il concerto di Gnut, giunto con Luntano ‘a te Tour allo Spazioporto di Taranto per Cinzella d'Inverno 2025, si è creata una magia difficile da descrivere a parole. La musica del cantautore campano è arrivata in modo sincero, diretto, quasi personale, come se ogni parola fosse una confidenza condivisa tra lui e ogni persona presente nel pubblico.

Non si può fare a meno di riflettere sull'uso del dialetto nella canzone d'autore, che aggiunge una connotazione speciale ai testi: il cuore afferra il senso delle parole pur non conoscendone, a volte, il significato preciso. In particolare, il napoletano riesce a esprimere una struggente bellezza, unendo dolcezza e malinconia, senza mai risultare pesante o forzato. Anche quando Gnut cita Gino Paoli ed Edoardo Bennato in un mini medley, la sua performance conserva questa leggerezza, intesa alla maniera di Calvino “non superficialità, ma planare sulle cose dall'alto”.

Luntano ‘a te non è solo il nome di questo tour, ma anche il nuovo brano inedito (fuori dallo scorso 28 febbraio) dell’artista, un’ode alle melodie classiche della canzone popolare napoletana, dove la sensazione di amarezza per un amore finito si mescola con un senso di liberazione.

“Scusate se sono di poche chiacchiere stasera, ma la voglia di suonare è tanta", così si giustifica Gnut, al secolo Claudio Domestico, mentre la platea applaude con delicatezza, quasi per non guastare la bolla musicale in cui siamo immersi, lettermente avvolti.

Voce e chitarra di Gnut si fondono perfettamente al violoncello di Mattia Boschi (Marta sui Tubi, Wuz) e al violino di Marco Sica (Guappecartò). La scelta di un trio offre sonorità davvero uniche, grazie agli arrangiamenti con gli archi che donano nuova vita ai brani. Davvero una una rilettura efficace, schietta e profonda. 

Non perdetevi le prossime date.