di Angela Maria Centrone
Nel nome di Giovanni Lindo Ferretti: la sensazione, alla fine, è quella di aver partecipato a una liturgia.
La reunion storica dei CCCP – Giovanni Lindo Ferretti, Massimo Zamboni, Danilo Fatur e Annarella Giudici con Ezio Bonicelli al violino, Simone Filippi alla chitarra, Luca Rossi al basso, Simone Beneventi e Gabriele Genta alle percussioni - è partita nel 2024 con un tour celebrativo che, tappa dopo tappa, ha assunto il carattere di un rituale condiviso, un percorso di memoria che ha attraversato teatri e festival, trasformandosi in un fenomeno culturale.
L’ultima chiamata sarà quindi davvero l’ultima? In fondo speriamo di no. Lo scorso 12 luglio, all’interno della Fiera del Levante, in occasione della Locus Festival XXI Edizione, ci siamo resi conto più che mai di quanto avessimo bisogno di partecipare a questo rituale. Ma cosa significa, nel 2025, restare fedeli alla propria storia, alle proprie contraddizioni, alla propria idea di resistenza? Forse oscillare tra impegno e poesia, senza tralasciare la leggerezza. Perché “un desiderio fragile è a volte indispensabile, a volte no”. E rispondere alla chiamata di questi tempi bui è salvifico.
Menzione speciale va ad Annarella, cuore pulsante della scenografia emotiva, capace di trasformare ogni cambio d’abito in un passaggio simbolico, come se il rito avesse bisogno di metamorfosi costanti per restare vivo. I suoi gesti misurati e la voce limpida hanno reso vivo quel confine tra sacro e profano che da sempre definisce l’immaginario dei CCCP.
E se Lindo Ferretti ha dettato i modi e i tempi con la sua presenza magnetica, ogni brano è stato una terapia: in quelle due ore sospese, tra inni cantati come un mantra (“non studio, non lavoro, non guardo la tv”) e momenti di intimità, il passato e il presente si sono fusi in un unicum. La scaletta – da “Oh! Battagliero” a “Curami”, passando per una “Annarella” da pelle d’oca ed “Emilia Paranoica”, fino a chiudere con una struggente “Amandoti” – ha rievocato l’urgenza degli anni Ottanta, ma con la consapevolezza di chi oggi sa che la Storia è tornata a bussare.
I CCCP – con abiti, volti, strumenti – ci hanno ricordato che si può ancora scegliere di restare vigili, di coltivare lo sguardo critico, di prendersi cura della propria inquietudine. Il loro concerto non è solo un atto nostalgico, ma una dichiarazione di sopravvivenza culturale e affettiva. E se è vero che la fine è inscritta in ogni inizio, allora questa ultima chiamata dimostra che certe “cerimonie collettive” sanno attraversare il tempo e tornare necessarie, proprio quando tutto intorno sembra franare.
Questo era solo uno dei quattro appuntamenti di Locus Festival 2025 alla Fiera del Levante, che proseguiranno con i concerti di Nile Rodgers & CHIC, Brunori Sas e Psicologi. Tutte le informazioni e il programma completo su www.locusfestival.it.
13/07/2025 00:00
Angela Maria Centrone
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