di Angela Maria Centrone
La nona edizione di VIVA! Festival, venerdì 1 agosto è decollata con l’elettronica sofisticata di Bonobo in DJ set, preceduta da Fenoaltea, Parisi, okgiorgio e camoufly, che hanno trasformato l’energia del clubbing in un flusso sonoro ipnotico.
Sabato 2 agosto abbiamo virato verso l’urban contemporaneo: la soul-psych di Greentea Peng, il soul‑funk dei Jungle (DJ set esclusivo nazionale), il rap innovativo di Ele A, e l’esplosiva Shablo Street Jazz Band con Tormento, Joshua Bale e Mimì. In scaletta anche il jazz‑core e il suono sperimentale di Studio Murena, e la provocatoria elettronica visionaria di Yunè Pinku.
Domenica 3 agosto, il rituale della chiusura all’alba: “The Unusual Coffee Party by Lavazza” ha visto ospite quest'anno Christian Löffler a Cala Diavolo, tra ambient, house e natura.
In sintesi, Parisi e camoufly ci hanno conquistato. Shablo e soci ci hanno sorpreso. Jungle impeccabili. Bonobo, stavolta, ci ha lasciato a metà (delusi!)
Punto critico: il silenzio nei cambi palco all’Arena. Nessun tappeto sonoro, nessun intermezzo musicale, solo pause prolungate che hanno raffreddato l’atmosfera tra un set e l’altro. In un festival così attento alla costruzione dell’esperienza, questo vuoto è sembrato poco curato e facilmente evitabile.
Punti a favore: ottima gestione dei flussi nell'Arena e, sentite le lamentele durante la scorsa edizione, è stata inserita una bella area chill per il pubblico. Indicatore di un'organizzazione attenta.
Oltre alla musica, Extra Viva! ha offerto un ricco palinsesto di talk, panel e incontri gratuiti nel borgo – dedicati al tema della libertà contemporanea.
Da Massimo Oldani e Michele Casella sull’impatto degli algoritmi nel processo creativo, a incontri con Studio Murena, Ghemon, Cecilia Sala, Paolo Giordano e Daniele Raineri.
Un cartellone che ha messo al centro il pensiero critico e la narrazione del presente coinvolgendo centinaia di persone.
Il VIVA! Festival continua a essere una delle proposte più solide e visionarie del panorama pugliese, per tre almeno tre motivi.
Line‑up coraggiosa e internazionalmente calibrata: dalla trance elettronica di Bonobo alle contaminazioni soul‑urban; dalla riflessione ambient di Löffler al rap più autentico e originale.
Dialogo con il territorio: l’evento integra musica e paesaggio, creando un’esperienza collettiva che parla della Valle d’Itria come palcoscenico vivo.
Cultura e riflessione grazie a Extra Viva!: un festival che non è solo suono, ma anche idea, confronto e visione comune.
Non tutto è stato perfetto – e lo diciamo proprio perché amiamo questo festival – ma anche quest’anno è riuscito a creare un rito collettivo tra musica, paesaggio e pensiero.
05/08/2025 00:00
Angela Maria Centrone
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