il Tacco di Bacco

La Grazia di Paolo Sorrentino. La recensione

La Grazia di Paolo Sorrentino. La recensione

di Angela Maria Centrone

La Grazia di Paolo Sorrentino è una riflessione sull’Italia di oggi, su un Paese allo sbando, in cui chi dovrebbe agire spesso non lo fa più, forse perché ha dimenticato il peso e il senso del proprio ruolo.

Sorrentino mette in scena le assurdità del protocollo, le distorsioni della giustizia, il confine fragile tra verità e rappresentazione. Ma soprattutto introduce un tema raro e prezioso: la grazia del dubbio, quella zona di incertezza che restituisce spazio all’umanità, all’irritualità, alla possibilità di non essere completamente schiacciati dalle regole.

Abbandonato il “barocco” de La Grande Bellezza e Partenope, si torna alle atmosfere scarne e sospese de Le conseguenze dell’amore, ma anche de Il Divo, arricchite da quella capacità tutta sorrentiniana di tenere insieme il grottesco e il sublime senza mai perdere equilibrio.

La colonna sonora è, come sempre, impeccabile e sorprende con l’innesto rap inatteso di Guè Pequeno, che interpreta se stesso in un cameo, regalando al film una leggerezza vitale: quella di cui abbiamo bisogno per restare a galla, senza dimenticare l’importanza – fondamentale – del saper stare al mondo.

Menzione speciale ad Anna Ferzetti, che porta sullo schermo un personaggio meraviglioso, dotato di acume e saggezza: una presenza che, in qualche modo, riscatta alcune figure femminili del cinema di Sorrentino e restituisce alle donne un ruolo centrale, quello di detenere un sapere misterioso, talvolta inaccessibile agli uomini.

Forse l’unica vera pecca riguarda Toni Servillo: nonostante l’interpretazione magistrale, qui sembra funzionare meno, come se fossimo di fronte a un sequel emotivo, a un’eco di personaggi già attraversati. Eppure lo sappiamo bene: se non ci fosse stato lui, avremmo inevitabilmente lamentato la sua assenza. Un paradosso, ma anche un dato di fatto.

Che dire, allora? Grazie Paolo Sorrentino, per gli sparuti e incostanti sprazzi di bellezza, per la grazia che lasci intravedere, per la speranza – fragile ma ostinata – che questo Paese, nonostante tutto, sia ancora il più bello del mondo.

30/12/2025 00:00
Angela Maria Centrone

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